Posts Tagged ‘Debora Billi’

Ogni tanto capita di pestarne una

luglio 6, 2014

“È morto il miliardario sbagliato”

Daniele Luttazzi, in occasione della scomparsa di Gianni Agnelli.

Chi mi conosce sa che tra figli, lavoro e fastidi di salute non mi resta molto tempo per scrivere. Chi non mi conosce ma è capitato qui, può presumerlo dall’esiguità degli ultimi interventi.

Ci tenevo però a dire due cose sull’affaire Debora Billi; o meglio, qualcosa su di me.

Conosco Debora da parecchi anni, anche se ci siamo incontrati di persona solo due volte. L’ho sempre giudicata un po’ impulsiva, ma devo dire che spesso questa si rivelava una caratteristica di valore: nel giro collegiale di ASPO i suoi spunti servivano di stimolo alla riflessione.

Raramente le sue provocazioni erano di carattere negativo.

Se c’era un aspetto su cui non mi trovavo d’accordo con lei – e abbiamo avuto modo di esplicitarlo – era un suo luddismo che emergeva qua e là, tra l’altro neanche troppo argomentato.

Bene: io penso che Debora abbia fatto un grosso errore. Professionale: mi rifiuto di credere che si augurasse davvero la morte di qualcuno.

Ma credo pure che si debba capire l’atmosfera in cui viviamo. E riconoscere la responsabilità di Grillo nell’aver creato un ambiente e una subcultura in cui è più facile che certi incidenti succedano.

Beninteso: non da zero, ma nella palude di un paese in cui l’insulto e il linciaggio mediatico erano già pratica comune presso quelli che di Grillo e del M5S sono avversari e che ora, in modo sicuramente prevedibile e non del tutto illegittimo, vanno maramaldeggiando.

Ripeto: la responsabilità personale di Debora resta pienamente sua.

Ma quando sento tanti dire “A me non succederebbe mai”, metto mano alla pistola. Soprattutto se non si tratta di professionisti della comunicazione.

A me forse, nelle situazioni “propizie”, di scrivere qualche cazzata potrebbe capitare. È anche per questo che detesto i social, sebbene ogni tanto ci sguazzi.

(continua)

Ma ora torniamo ai fondamentali

dicembre 15, 2009

Visto che mi dispiace per la faccia degli altri ma che mi preoccupo pure del sedere (mio e di chi mi sta vicino) segnalo due amari post che ci risintonizzano sui problemi che viviamo già oggi (Treno, addio* di Debora Billi) e su quelli che potrebbero materializzarsi molto presto (Climategate: a che punto siamo? di Ugo Bardi).

* Potremmo ben aggiungere Diario di viaggio (da incubo) di Giulia Innocenzi.

Premio “Post più utile”

settembre 16, 2008

Ed ecco una coda doverosa ai Blogawards: il Post Più Utile 2008.

Premio che va a Debora Billi, per un pezzo
su come ridurre sensibilmente la bolletta elettrica.

La conclusione è un po’ maschilista (o femminista, praticamente):

i consumi energetici domestici sono in mano alle donne.

…e adesso, arriveranno gli “esperti”

luglio 4, 2008

Segnalo un post di Debora Billi; mi evita la fatica di esplicitare una previsione che ultimamente mi frulla nella testa.

Il picco del petrolio non è una sciocchezza. Non basta avere una laurea scientifica e leggersi due riassuntini per poter afferrare tutte le implicazioni e i complicatissimi risvolti. C’è gente, in Italia, che ha dedicato alla questione anni di studio rischiando la faccia e la reputazione quando il barile era a 25 dollari, per non parlare dell’inesausto impegno sul campo: sono loro che vogliamo sentire quando da Vespa si parlerà di picco.

PS: Debora, il fotomontaggio non sarà raffinato, ma è efficace.

Uno con cui mi trovo in sintonia

Maggio 23, 2008

Un aggiornamento qui.

Non sono contrario alle centrali nucleari.
Nel 1986 avrei votato no al referendum, ma ero ancora minorenne.
E qualche centrale, se la facciamo in fretta, ci tornerà comoda.
Nel nostro mix energetico variegato ci può stare anche il nucleare (il link è a Beppe Caravita), per quanto io non riesca a capire esattamente quale tecnologia stia promettendo Scajola (III+? IV? Ma allora è pronta?!?).

Sicuramente però è nefasto far balenare agli occhi degli italiani un miraggio.
E se proprio qualcuno ambisce ad aggiudicarsi l’appalto di grandi opere, forse è bene rivalutare altre possibilità.

Ho conosciuto Pietro Cambi al convegno ASPOItalia1 a Firenze nel 2007.
Mi piace il suo approccio, disincantato ma operoso.
È uno degli artefici del cinquino elettrico.

Esprime la sua posizione sul nucleare in un post dalle prospettive meno anguste:

(…) Saremmo, faccio presente, nel 2020.
NON C’È, in alcun modo, tutto questo tempo.
Proprio non c’è (…)

Insomma: capisco che in una ottica, come dire, ahem, Liberal-Keynesiana (ok è un ossimoro ma anche, ainoi, una rappresentazione della linea politica prevalente) ci vogliano, sempre e comunque, le grandi opere. Si potrebbe, però, discutere di QUALI fare con un po’ di gnegnero, buon senso, declinato alla toscana?